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Implicitezza versus esplicitazione: aspetti di architettura testuale e anaforica italo-danese

DateThursday, 13th December 2012
Location

veranstalter: Iorn Korzen, Copenhagen
ansprechpartner: Sixta Quassdorf, Angela Ferrari
email: suk@unibas.ch
web:
institution: HPSL
language: Englisch
location institution: Basel
date_raw: 13. Dec 2012, 12:00
date_sort: 13.12.2012, 00:00:00
date_parsed: 13.12.2012, 12:00:00

Implicitezza
versus esplicitazione:

aspetti
di architettura testuale e anaforica italo-danese

 

Prof.
Dr. Iørn Korzen

Copenhagen
Business School

 

 

Abstract

 

 

Dopo un veloce
resoconto della situazione della linguistica (prevalentemente comparativa e
testuale) in Danimarca approfondirò due aspetti che hanno entrambi a che fare
con la dicotomia implicitezza versus esplicitazione e si basano sul confronto
tra lingue romanze e lingue germaniche, più precisamente tra l’italiano e il
danese, con alcuni paragoni con l’inglese.

Il
primo aspetto riguarda il sistema verbale e le differenze tra l’italiano e il danese
nell’uso di forme finite ed infinite – queste ultime chiamate anche forme
“implicite” perché non esplicitano tempo, modo, aspetto e soggetto, tutti tratti
che vanno dunque inferiti dal destinatario. La base
empirica dell’analisi sarà costituita soprattutto dal corpus “Europarl” che raccoglie
discorsi tenuti al Parlamento Europeo dai membri del Parlamento e da altri
politici, ma citerò anche una serie di
altri tipi di testo che confermano la frequenza più elevata di forme infinite e
nominalizzate in italiano rispetto al danese.

            L’altro aspetto sul quale mi
soffermerò riguarda il sistema anaforico e le differenze tra italiano e danese nell’uso
di anafore coreferenziali e di anafore associative. Le anafore coreferenziali
sono quelle che riprendono un’entità già menzionata nel testo, per esempio:

 

            Mio fratello ha una nuova fidanzata.
[…] La porta stasera.

            Mio fratello ha una nuova fidanzata.
[…] Porta la fidanzata stasera.

 

Le anafore
associative, invece, sono quelle che designano un’entità associabile ad
un’entità già menzionata, per esempio:

 

            Mio fratello non viene stasera. La figlia sta male.

 

Alla stessa stregua
delle forme verbali infinite, le anafore associative sono caratterizzate da una certa implicitezza (nell’ultimo
esempio manca l’informazione “la figlia di
mio fratello
”, che va inferita dal destinatario), e alla stessa stregua dei
verbi infiniti le anafore associative sono molto più frequenti in italiano che
in danese.